Chi Siamo

Pro infantia
FONDAZIONE SOCIETA’ ROMANA PRO INFANTIA – O.N.L.U.S.

Chi Siamo

La Fondazione Pro Infantia – Società Romana Pro Infantia-onlus è nata, come tale, soltanto il 1° agosto 2014, sulle orme della centenaria Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza (Ipab). La sua storia si identifica quindi con quello della precedente istituzione che era stata eretta in Ente Morale con Regio Decreto del 14 giugno 1903, con lo scopo di assistere, educare e istruire, con i propri mezzi finanziari e patrimoniali, minori o minorati, di ambo i sessi, bisognosi materialmente o moralmente, concedendo ad Enti o Istituzioni (sia pubbliche che private) e/o a persone, sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari.
In premessa, è utile ricordare che per Opera Pia s’intende una istituzione con finalità di assistenza e/o di beneficienza, con lo specifico scopo di “prestare assistenza ai poveri, tanto in stato di sanità quanto di malattia, di procurarne l’educazione, l’istruzione, l’avviamento a qualche professione, arte o mestiere, od in qualsiasi altro modo il miglioramento morale ed economico”.
Tali Istituzioni, nate in Italia nel medioevo e sviluppatesi nel Cinquecento, ebbero una definizione giuridica, rimasta grosso modo immutata nel corso delle successive normative in materia, con la legge del 17 luglio 1890 (la cosiddetta Legge Crispi), che rispondeva ad una mutata attenzione dell’ordinamento statale verso le tematiche dell’assistenza.
Le Opere Pie resistettero a proposte di nazionalizzazione e all’ingerenza dello Stato nelle loro gestioni patrimoniali ed operative, avendosi peraltro una reazione delle Opere di Roma contro alcune proposte dello stesso Crispi che, sostenevano, avrebbero leso la libertà di culto (molte di queste Istituzioni assistenziali, infatti, erano state volute dai Papi e, quindi, gestite secondo criteri ispirati ai principi della carità cristiana, in epoca antecedente la fine dello Stato Pontificio).
All’inizio del Novecento andarono soggette al coordinamento da parte del Consiglio superiore dell’assistenza e della beneficenza pubblica, per volontà di Giovanni Giolitti, che ispirò la legge del 18 luglio 1904.
Non esistono (negli archivi dell’Opera) documenti idonei a stabilire con certezza una data precisa di costituzione dell’Opera Pia Società Romana “PRO INFANTIA”. Sono molti, però, gli elementi e le notizie dai quali dedurre che la sua attività abbia avuto inizio negli ultimi anni del XIX secolo.
Da una ricerca svolta nella biblioteca della Fondazione Marco Besso di Roma (Archivio Matizia Maroni Lumbroso – Misc. CXI – 55), è stato possibile appurare che “Amalia Goldmann Besso (Trieste 1856 – Roma 1929), moglie di Beniamino Besso (fratello di Marco), già dal 1896 aveva partecipato al consiglio direttivo della Pro Infantia società romana costituita da Pio Blasi direttore del brefotrofio, sorta in un piccolo ufficio nel sottoscala di Palazzo Borghese per provvedere di urgenza al ricovero dei bimbi abbandonati. La Pro Infantia crebbe, per merito di Amalia Besso, così rapidamente da possedere, nel 1911, un edificio al Lungotevere Sanzio”.
La figura del Blasi (medico, direttore del brefotrofio dell’ospedale romano di Santo Spirito) è strettamente legata all’infanzia. Fu tra i fondatori, alla fine del XIX secolo, della Società Italiana di Pediatria, sostenendo, nella proposta istitutiva della nuova società, la volontà che “muoiano meno bambini che sia possibile e che quelli, i quali campano, siano nutriti, allevati, educati meglio che si può onde crescano sani, vegeti e gagliardi”. Nel ravvisare la necessità “di fondare una Società Nazionale di protezione per la sanità e la vita della prima infanzia”, il Blasi proponeva che la stessa non era da limitare ai medici (che ne saranno “un forte nucleo e i fondatori”), ma a quanti vorranno collaborare e contribuire in qualche modo a soccorrere i bambini, sul modello di altre associazioni già esistenti.
L’Opera Pia Società Romana “PRO INFANTIA” fu voluta e pensata da una elite romana che, con i propri mezzi, desiderava togliere dalla strada e dal bisogno i bambini maschi fino a 12 anni, proponendo per loro accoglienza, istruzione, svago per la formazione di uomini per il domani (la limitazione ai bambini maschi è tipica espressione della società del tempo; limitazione ovviamente non più in essere ai nostri giorni).
Già prima del riconoscimento ad Ente Morale (avvenuto nel 1903), l’Opera era attiva e fiorente. Il numero dei fanciulli ricoverati arrivava spesso a 100 unità (dato che si evince dall’archivio nel quale sono conservati gli stati della loro salute, del loro andamento negli studi, dei loro sacramenti, delle loro gite, nonché dagli statini degli stipendi dei numerosi dipendenti). Oltre alle attività istituzionali, l’Opera curava la pubblicazione di un proprio bollettino (la cui copia del 1° gennaio 1901 è esposta nelle sale della sede sociale).
È di quell’epoca (1911) l’acquisizione del ricovero “Elena Paganini” in Lungotevere Sanzio (dove è anche la sede sociale), realizzato a cura e a spese della famiglia Paganini Marana.
Il testo di un vecchio cartoncino “pubblicitario” (per usare un linguaggio più vicino ai nostri giorni), reperito nella sede sociale e, molto probabilmente, risalente ai primi decenni del XX secolo (vi figura già il riconoscimento ad Ente Morale del 1903 e l’indirizzo a Lungotevere Sanzio), può ulteriormente contribuire alla conoscenza della storia e delle attività dell’Opera. In esso, tra l’altro, è scritto: “La Società vigila, tutela e soccorre l’infanzia abbandonata e maltrattata, valendosi di tutti i provvedimenti consentiti dalle vigenti leggi. Il suo Ricovero Elena Paganini è aperto di giorno e di notte per accogliere immediatamente, in attesa di un collocamento definitivo, qualsiasi caso di abbandono, fino ai dodici anni. In pochi anni di vita la Società ha già potuto soccorrere alcune centinaia di bambini, esposti ad ogni sorta di pericoli e di patimenti fisici e morali, sia collocandoli a sue spese nei migliori istituti di beneficienza della città, sia intervenendo in altra maniera”.
Tra la prima e la seconda guerra mondiale, le attività, sempre sostenute esclusivamente dai contributi dei soci e da un mutuo a lunga scadenza acceso con la Cassa dei Depositi e Prestiti, proseguirono con grande impegno.
Durante l’ultimo conflitto, inoltre, è da rimarcare una intensa attività umanitaria svolta in favore dell’infanzia di religione ebraica. Attività, purtroppo, non documentabile a ragione della riservatezza e della protezione dei giovani assistiti.
In anni più recenti, con l’avvento dello stato sociale, l’impegno dell’Opera Pia Società Romana “PRO INFANTIA” si affievolì, tanto che la sede di Lungotevere Sanzio venne concessa (dal 1965 al 1971) all’Opera Nazionale per la protezione della Maternità e dell’Infanzia (O.N.M.I.) e i pochi ragazzi assistiti vennero ospitati a Terracina, dove il prof. Raffaele Bastianelli (1863 – 1961), medico chirurgo e primario dell’ospedale romano di Santo Spirito, aveva fatto costruire e donato all’Opera una grande colonia marina.
Negli anni settanta del XX secolo, i redditi provenienti dal capitale erano modesti e, soprattutto, erano scomparsi i grandi soci finanziatori di cui l’Opera aveva beneficiato nei tempi passati. Le rendite, molto contenute, servivano appena a soddisfare qualche intervento di particolare bisogno e necessit’, mentre i pochi bambini assistiti vennero affidati alle suore che, nel frattempo, gestivano la colonia di Terracina.
Agli inizi degli anni ottanta, minacciata di soppressione, in quanto considerata inutile, l’Opera venne strenuamente difesa, con finale riconoscimento dei suoi diritti e possibilità di continuare ad operare. È di quel periodo la cessione in comodato gratuito di gran parte dei locali del ricovero “Elena Paganini” al CeIS, Centro Italiano di Solidarietà di Roma che consolidò e restaurò completamente l’edificio e dove ininterrottamente sono stati assistiti bambini e ragazzi con disagi diversi.
Parimenti, in quegli stessi anni (1985), furono raggiunti accordi con la Provincia di Latina, affittuario dell’immobile, che, a sue spese, ristrutturò totalmente il fabbricato principale della grande colonia marina di Terracina per farne la sede di un istituto tecnico commerciale.
Il 1996 segna una grande svolta nelle attività dell’Opera. In quell’anno, infatti, eredita, per volontà di Angelica Umani Bardellini, figlia del prof. Umani Bardellini, collega medico del Prof. Raffaele Bastianelli, un considerevole patrimonio immobiliare.
È dello stesso anno anche la revisione dello Statuto che, aggiornato alle mutate esigenze del tempo, consentirà all’Opera di proseguire in futuro le sue attività, con interventi “indiretti” e mirati, più consoni alle nuove necessità dell’infanzia bisognosa.
Il Consiglio Direttivo dell’Opera, avvalendosi della preparazione e capacità professionale dei singoli Soci e della loro generosa disponibilità, nonché di una costante ed attenta guida, è incessantemente impegnato in una laboriosa, efficace, trasparente e lungimirante gestione del patrimonio e nel rigoroso contenimento dei costi, al fine di massimizzare – nel rispetto delle norme statutarie e dei regolamenti, della volontà dei benefattori e della legislazione vigente – le possibilità di intervento in favore dell’infanzia.
A decorrere dal 1 Agosto del 2014, infine, con decreto della Regione Lazio l’Opera Pia si è finalmente trasformata in una Fondazione onlus raggiungendo così l’obiettivo al quale ha atteso con tanta determinazione da molti anni.
Con tale significativa trasformazione e sull’esempio del passato, la la laboriosità e lo spirito di servizio di tutti i Soci renderanno sempre più attuale e prezioso il fine che la Fondazione societa romana pro infantia onlus si prefigge e che persegue, come merita una causa così nobile e giusta.

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