La nostra storia
La Fondazione Pro Infantia – Società Romana Pro Infantia - ONLUS è nata come tale soltanto il 1° agosto 2014, a seguito della trasformazione della omonima centenaria Opera Pia - Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B), la sua storia si identifica quindi con quello della precedente istituzione, che era stata eretta in Ente Morale con Regio Decreto del 14 giugno 1903, la quale a sua volta era sorta alla fine del 1800 come costola della Società Nazionale Pro Infantia.
Il Decreto fondativo del 1903
In premessa, è utile ricordare che per Opera Pia s’intendeva una istituzione con finalità di assistenza e/o di beneficienza, con lo specifico scopo di “prestare assistenza ai poveri, tanto in stato di sanità quanto di malattia, di procurarne l’educazione, l’istruzione, l’avviamento a qualche professione, arte o mestiere, od in qualsiasi altro modo il miglioramento morale ed economico”.
Tali istituzioni caritatevoli, nate in Italia nel medioevo e sviluppatesi nel corso del XVI secolo, ebbero una loro definizione giuridica, rimasta grosso modo immutata nel corso delle successive normative in materia, con la legge del 17 luglio 1890 (la cosiddetta Legge Crispi), che rispondeva ad una mutata attenzione dell’ordinamento statale verso le tematiche dell’assistenza.
Non esistono negli archivi storici della Fondazione documenti idonei a stabilire con certezza una data precisa di costituzione dell’Opera Pia Società Romana “PRO INFANTIA”, sono molti tuttavia gli elementi e le notizie dai quali è possibile dedurre che la sua attività abbia avuto inizio negli ultimi anni del XIX secolo.
Da una ricerca svolta nella biblioteca della Fondazione Marco Besso di Roma (Archivio Matizia Maroni Lumbroso – Misc. CXI – 55), è stato possibile appurare che Amalia Goldmann Besso (Trieste 1856 – Roma 1929), moglie di Beniamino Besso, già dal 1896 aveva partecipato al Consiglio Direttivo della Pro Infantia Società Romana costituita da Pio Blasi direttore del brefotrofio, sorta in un piccolo ufficio nel sottoscala di Palazzo Borghese per provvedere al ricovero ed all’aiuto dei bimbi abbandonati. La Pro Infantia crebbe, per merito di Amalia Besso, così rapidamente da possedere nel 1903 una sede in un nuovo edificio al n.11 di Lungotevere Sanzio.
L’Opera Pia Società Romana “PRO INFANTIA” fu all’epoca voluta e pensata da una élite romana che, con i propri mezzi, desiderava togliere dalla strada e dal bisogno i bambini minori proponendo per loro accoglienza, istruzione, svago per la formazione di donne e uomini del domani.
Il testo di un documento reperito nella sede sociale risalente ai primi anni del XX secolo (vi figura già il riconoscimento ad Ente Morale del 1903 e l’indirizzo a Lungotevere Sanzio), può ulteriormente contribuire alla conoscenza della storia e delle attività dell’Opera. In esso, tra l’altro, è scritto: “La Società vigila, tutela e soccorre l’infanzia abbandonata e maltrattata, valendosi di tutti i provvedimenti consentiti dalle vigenti leggi. Il suo Ricovero Elena Paganini è aperto di giorno e di notte per accogliere immediatamente, in attesa di un collocamento definitivo, qualsiasi caso di abbandono, fino ai dodici anni. In pochi anni di vita la Società ha già potuto soccorrere alcune centinaia di bambini, esposti ad ogni sorta di pericoli e di patimenti fisici e morali, sia collocandoli a sue spese nei migliori istituti di beneficienza della città, sia intervenendo in altra maniera”.
Già prima del riconoscimento ad Ente Morale la Fondazione era attiva e fiorente; il numero dei fanciulli ospitati presso la nuova sede di Lungotevere arrivava spesso a 100 unità, ed oltre alle attività istituzionali, l’Opera curava la pubblicazione di un proprio bollettino una cui copia del 1° gennaio 1901 è conservata nell’archivio storico della sede sociale.
Tra la prima e la seconda guerra mondiale, le attività, sempre sostenute esclusivamente dai contributi dei soci e da un mutuo a lunga scadenza acceso con la Cassa dei Depositi e Prestiti, proseguirono con grande impegno caratterizzandosi durante l’ultimo conflitto per una intensa attività umanitaria svolta in favore dell’infanzia di religione ebraica, attività quest’ultima purtroppo non documentabile in ragione della riservatezza e della protezione offerta all’epoca ai giovani assistiti.
In anni più recenti, con l’avvento dello stato sociale, l’impegno diretto dell’Opera Pia Società Romana “PRO INFANTIA” si affievolì, tanto che la sede di Lungotevere Sanzio venne concessa (dal 1965 al 1971) all’Opera Nazionale per la protezione della Maternità e dell’Infanzia (O.N.M.I.) e i pochi ragazzi direttamente assistiti vennero ospitati a Terracina, dove il prof. Raffaele Bastianelli (1863 – 1961), medico chirurgo e primario dell’ospedale romano di Santo Spirito, aveva fatto costruire e donato all’Opera una grande colonia marina.
Agli inizi degli anni ottanta l’immobile di Lungotevere fu concesso in comodato gratuito al C.E.I.S, Centro Italiano di Solidarietà di Roma che consolidò e restaurò completamente l’edificio e dove ininterrottamente sono stati assistiti bambini e ragazzi con disagi diversi.
Il 1996 segna una grande svolta nelle attività dell’Opera. In quell’anno, infatti la Fondazione eredita, per volontà di Angelica Umani Bardellini, figlia del prof. Umani Bardellini, collega medico del Prof. Raffaele Bastianelli, un considerevole patrimonio immobiliare.
È dello stesso anno anche la revisione dello Statuto che, aggiornato alle mutate esigenze del tempo, consentirà all’Opera di proseguire in futuro le sue attività, con interventi “indiretti” e mirati, più consoni alle nuove necessità dell’infanzia bisognosa.
A decorrere dal maggio 2024, a seguito della nuova normativa che dal 2017 ha iniziato a regolare il “Terzo Settore”, la Fondazione è stata iscritta al R.U.N.T.S (Registro Unico del Terzo Settore) come Ente Filantropico, dotandosi di un nuovo statuto in linea con la legge che ne definisce il proprio status apartitico, apolitico ed aconfessionale, e la mette nella condizione di continuare e modernizzare, nel solco della propria storia, le attività benefiche nei confronti dei minori.
Il Consiglio Direttivo della Fondazione, avvalendosi della preparazione e capacità professionale dei singoli Soci e della loro generosa disponibilità, è incessantemente impegnato in una laboriosa, efficace, trasparente e lungimirante gestione del patrimonio e nel rigoroso contenimento dei costi, al fine di massimizzare – nel rispetto delle norme di legge e statutarie, dei regolamenti e della volontà dei benefattori – le possibilità di intervento in favore dell’infanzia e dei giovani bisognosi.
La sede della Fondazione in Lungotevere Raffaello Sanzio